Ignazio SILONE è nato il I° maggio 1900 a Pescina, un paese della Marsica che ha visto i natali anche del Cardinale Mazzarino, piccolo ma non poi così tanto, visto che per secoli era sede vescovile fino alla scelta, in seguito al terremoto del 1915, di spostarla nella più fiorente Avezzano, destinata a grande sviluppo in seguito al prosciugamento del grande lago del Fucino. Il lago fu prosciugato definitivamente nel 1878 dal Principe Torlonia, che ottenne come feudo l'immensa conca risultante, dove i fittavoli morirono di fame per molti anni, tutti gli anni necessari perché le terre diventassero finalmente produttive.
Questa origine, insieme ad una biografia quanto mai originale nel pieno flusso della grande storia del novecento, segna in modo definito e peculiare l'identità di Silone come letterato e pensatore.
Silone approda alla scrittura e alla pubblicazione come seconda istanza, dopo una cocente delusione per la politica, che rimarrà comunque uno dei due fuochi dell’ellisse dei suoi interessi fondamentali, strettamente connesso dunque all'altro fuoco, costituito dal cristianesimo.
Il suo esordio letterario avviene immediatamente in traduzione tedesca e in una dimensione internazionale: fatto assolutamente speciale, e non solo tra i letterati italiani. In Italia verrà sempre sostanzialmente soltanto tollerato, e la sua risonanza internazionale fin dagli esordi sarà un dato in costante stridore con una serie di attacchi diretti o di ideologiche sottovalutazioni.
Nato nell'anno 1900 da famiglia di poveri artigiani, Secondino TRANQUILLI (questo il suo nome originario) perde il padre da bambino, e poi anche la madre nel disastroso terremoto del 1915. Di sei fratelli, restano solo Secondino e il più giovane Romolo. Mandato in un collegio romano, da cui viene espulso, l'adolescente ribelle viene accolto da Don Orione nel suo collegio di San Remo. Don Orione rivestirà per il giovane un’importanza speciale, come testimoniato dal carteggio in cui Secondino affronta tutti i temi della sua coscienza di adolescente problematico e sensibile cercando un dialogo di confronto con una persona ritenuta autorevole.
Il giovane Secondino Tranquilli non si iscrive all'università, e, tornato a Pescina, viene eletto segretario della Lega dei Contadini di tutto l'Abruzzo: così comincia la sua avventura politica, che lo vedrà subito, come rappresentante dei giovani socialisti, partecipare a dibattiti e convegni politici di livello nazionale, incontrando GRAMSCI nel 1919, ed entrando poi nel comitato centrale della Federazione Giovanile Comunista Italiana.
Nel 1921 lavora nella redazione del quotidiano triestino Il lavoratore, vivendo a Trieste per due anni, dove incontrerà Gabriella SEIDENFELD, ragazza di origine giudaico-slovacca che sarà sua compagna di vita, di lotta e di lavoro fino all'inizio degli anni trenta, e importante presenza amichevole almeno fino alla conclusione del periodo svizzero e al ritorno in Italia dopo la fine della guerra.
Da Trieste, Secondino e Gabriella si spostano a Berlino nel 1923, e, mandati in missione politica segreta in Spagna, vengono arrestati, evitando l'estradizione in Italia; si fermano a Barcellona, dove, per la prima volta con lo pseudonimo di SILONE (mutuato da Silo, il capo della resistenza dei Marsi nella guerra sociale contro Roma) svolgerà attività giornalistica. Più tardi Secondino Tranquilli decide di riesumare quello pseudonimo completandolo con il nome Ignazio “al fine di battezzare il cognome pagano” (Il pane di casa, 1971). (Il nome Ignazio Silone non sarà più solo uno pseudonimo, ma verrà riconosciuto ufficialmente come il suo vero nome con decreti del 1946 e del 1947). Arrestato di nuovo, in carcere a Barcellona conosce tanti altri reclusi come lui per ragioni politiche, e ne resta molto impressionato: “In nessun paese del mondo ho mai conosciuto uomini così ammirevoli come i sovversivi spagnoli”, e anche “ebbi l'immensa gioia di leggere, per la prima volta, I fratelli Karamazov e L'idiota. Non so dirvi quanto ne rimasi sconvolto e rapito. Nessun'altra opera letteraria mi ha fatto una tale impressione.” (Primo incontro con Dostoievski, La giustizia, marzo 1956).
Nel 1927 TOGLIATTI gli chiede di accompagnarlo alla terza Internazionale Comunista di Mosca, dove Silone si oppone alla votazione (che doveva essere unanime) contro TROTSKIJ, perchè dice di non avere elementi sufficenti per votare in nessuna direzione. Il suo è uno spontaneo ma chiaro rifiuto della disciplina di partito, che gli costerà moltissimo.
Nei suoi resoconti raccolti nel testo autobiografico Uscita di Sicurezza (Firenze, 1965), e non solo, Silone rileva negativamente le liturgie, il culto religioso della personalità, l'impostazione da chiesa alternativa del comunismo sovietico. Sul tema dell'adesione al comunismo come dell'adesione ad una chiesa, parla approfonditamente non solo in relazione al comunismo sovietico, ma in relazione alla sua personale esperienza esistenziale all'interno del partito comunista italiano, e questo costituirà un tema ricorrente nella sua narrativa e nella sua saggistica. ,
Nel 1928 il fratello minore Romolo, che si recava da Venezia a Como per espatriare anch'egli, viene fermato vicino al confine svizzero e mandato in carcere a Procida (dove morirà nel 1932) perché accusato, senza prove, di attentato al Re. In realtà il vero motivo era che il regime fascista temeva fosse un pericoloso comunista anch'egli, come il fratello maggiore Secondino, mentre invece Romolo era un altro tipo di giovane, dedito allo sport, poco interessato alla politica; in carcere terrà il punto però, scrivendo al fratello che voleva comportarsi come lui si sarebbe comportato. Questa vicenda procrastinerà il reale abbandono del partito da parte di Silone, il quale farà di tutto per liberare il fratello, ma senza riuscirci.
Sulla base di questa storia si innesca il cosiddetto "Caso-Silone" (gli storici Biocca e Canali ipotizzano che Silone sia stato informatore del regime fascista) con il sostegno di alcuni ambigui documenti d'archivio relativi alla polizia di Como e al Comandante Bellone, con cui Silone ebbe dei contatti, fin dai tempi in cui Bellone si trovava a Pescina per soccorrere i terremotati nel 1915.
Silone, appena arrivato in Svizzera, si ammala di apparente tubercolosi, e si sposta verso Davos e Ascona per potersi curare. In sanatorio, in uno stato depressivo causato dalla malattia senza speranza erroneamente diagnosticata, nel 1929 comincia a scrivere Fontamara, portato a compimento nel 1931, che egli stesso descrive come una personale riconquista delle proprie origini.
I rapporti col Partito Comunista di Togliatti si fanno sempre più problematici; dopo il sanatorio Silone si stabilisce a Zurigo, e si mantiene facendo piccole traduzioni commerciali. La permanenza in Svizzera, che durerà 14 anni, a Zurigo come riferimento principale, ma in realtà in molti luoghi svizzeri, tra il 1930 e il 1944, sarà un periodo estremamente interessante e intenso per Silone. Per prima cosa, l'incontro con il dottor Erich KATZENSTEIN e sua moglie Nettie SUTRO (che sarà la prima editor e traduttrice in tedesco per la prima edizione di Fontamara nel 1933), e gli incontri nel loro salotto con Ernst TOLLER, Jakob WASSERMANN e Martin BUBER e, di particolare rilevanza, con Leonhard RAGAZ, di cui Silone parla diffusamente in una lettera del 22 giugno 1948 a Rosenberg come del “primo pensatore socialista religioso” e testimone di una possibilità di portare insieme “esigenze in Italia opposte e inconciliabili”, e che addirittura cita espressamente (unico tra i tanti amici importanti a ricevere questo onore) nel romanzo La volpe e le camelie del 1960 dedicato a Marcel FLEISCHMANN.
Silone si allontana in questi anni dal Partito Comunista, ma non dalla politica; si dedica alla letteratura, alla riflessione, alla pubblicazione di riviste culturali (e politiche), come Information insieme all'architetto Georg Schmidt, e instaura tra il 1931 e il 1933 una relazione molto intensa con la pianista e psicoanalista Aline VALANGIN, moglie dell'avvocato Rosenbaum, presso il cui salotto incontra Kurt TUCHOLSKY, Thomas MANN, Joseph ROTH. Nel 1934 conosce Gennaro CHIAROMONTE, che sarà per lui amico e sodale di speciale importanza e per lunghissimo tempo (fonderanno e dirigeranno insieme la rivista Tempo Presente, dal 1956 al 1968). Nel 1934, infine, la sua situazione si rasserena molto perché il mecenate e amico Marcel FLEISCHMANN lo accoglierà in casa sua (la “Kleine Pension”, luogo di accoglienza non solo per Silone ma per molti intellettuali in esilio) per i seguenti 10 anni aiutandolo sensibilmente; in questi anni frequenta assiduamente a Zurigo il circolo di Carl Gustav JUNG, conosce Bertolt BRECHT (il solo scrittore di sinistra che dice di ammirare), Klaus MANN e Robert MUSIL. Mentre imperversa la guerra, collabora al Partisan Review Fund for European Writers and Artists (da cui riceve pressioni per andare in America, invito che rifiuterà) e con il Centro Socialista Italiano di Zurigo.
Nel 1941 Silone incontra Darina LARACY, giovane irlandese studiosa in romanistica, che sposerà nel 1944. Nel dicembre 1942 pubblica Il manifesto per la disubbidienza civile, che porterà al suo arresto e alla sua prigionia in Svizzera con l'accusa di svolgere attività socialiste ed anarchiche a danno dello stato elvetico, e nel 1943 incontrerà Altiero SPINELLI, con il quale condividerà il progetto europeista.
Con il rientro in Italia alla fine della guerra, Silone viene eletto come membro dell'Assemblea Costituente, il parlamento che si occupa di redigere la nuova costituzione, ma che si occupa anche di discutere e approvare le nuove leggi. Silone si troverà subito a disagio per le stesse ragioni per cui, in modo anche molto forte, si è trovato in opposizione nel 1927 a Mosca. La sua attività politica come parlamentare o candidato, attraversando PSI, PSDI e PSIUP, andrà quindi ad esaurirsi. Non la sua attività di pensatore politico, anzi: non solo attraverso la rivista Tempo Presente diretta insieme a Luigi Chiaromonte, ma attraverso la sua opera letteraria: "Il mio contributo alla conoscenza della società contemporanea si limita pertanto a quella parte di essa (da non intendere solo in senso territoriale) che per esperienza ho conosciuto più da vicino. A questo fine, penso, han servito tanto i miei racconti che i miei saggi, tra i quali non sussiste differenza, se non tecnica." (Uscita di sicurezza, Meridiani vol. II, p. 933).
Dopo aver vissuto a Roma per tutto il periodo postbellico nella casa di Via di Villa Ricotti, vicino a Piazza Bologna, insieme alla moglie Darina, continuando a mietere successi internazionali e ad essere osteggiato in Italia nonostante le ben dieci candidature al Premio Nobel tra 1946 e il 1963 perché inviso a tutta l'intellettualità predominante vicina al PCI (Contini, per esempio, neanche lo nomina nella sua paradigmatica antologia degli scrittori italiani del novecento; CALVINO, dalla sua potente posizione in seno alla Einaudi, lo osteggia apertamente), mentre a sua volta non degna di attenzione nessuno degli scrittori di successo vicini al PCI, riconoscendo stima solo per la serietà di Cassola), con l'unico riconoscimento in Italia ottenuto ricevendo il Premio Super Campiello nel 1968 per L'avventura di un povero cristiano, Silone viene a mancare dopo un ultimo breve ricovero a Ginevra il 22 agosto 1977.
Alessandro Tenaglia