1 - KING ALBERT'S BOOK, DEBUSSY E.. 2 - GUERRA E LETTERATURA, ARTISTI SOLDATI, VITTIME 3 - LA VICENDA DI PAUL WITTGENSTEIN 4 - IN FLANDERS FIELDS. AMICIZIE, AMORI, NEVROSI DI GUERRA. DESIDERIO DI PACE 5 - VIENNA 6 - RUSSIA 7 - COMPOSITORI EBREI ITALIANI 8 - THERESIENSTADT In 4 edizioni di MUSICA NELLE CASE D’ABRUZZO ci siamo occupati musicalmente della Grande Guerra e anche di quel che dalla Grande Guerra è nato come condizione dei vari fascismi, del nazismo e infine della Seconda Guerra Mondiale. Il 1918 è stato un anno molto speciale. L'armistizio, la pace, la speranza, l'utopia, ma anche le gambe amputate, il dolore e la tristezza - e, da non dimenticare, la povertà e la fame. I pittori espressionisti George GROSZ e Otto DIX ci hanno mostrato tutto questo. Due loro grandi colleghi, di visioni estetiche molto diverse, Gustav KLIMT e Egon SCHIELE - nel 1918 ci hanno lasciato, insieme a tutto il loro mondo, l'Impero Austro-Ungarico. Il grande sovvertimento avviene tra il 1918 e il 1919. Due tendenze artistiche apparentemente opposte esprimono le conseguenze di tutto questo: l’ESPRESSIONISMO in Germania, e il DADAISMO in Svizzera, terra di rifugio, dove è nato, e subito dopo in Francia e Boemia. La guerra successiva verrà iniziata nel 1939 da Hitler e dai suoi boia - con il premeditato e mostruoso genocidio degli Ebrei nel momento finale. Tra le due guerre, 5 anni di fortissima inflazione, poi 5 anni di grave crisi economica, e da qui l'affermarsi del fascismo in Italia, il primo modello per tanti altri Paesi, e poi del nazismo in Germania. Gli anni dal 1918 al 1922 però sono anche quelli della nascita delle più interessanti utopie. Cercando salvezza e scampo dal regime nazista molti artisti sono fuggiti all'estero, chi in Svizzera, chi in Brasile. Quando il cattolico Paul CLAUDEL è diventato ambasciatore in Brasile, ha chiamato Darius MILHAUD come Attaché Culturel a Rio de Janeiro fin dal 1919, e noi ancora oggi ci lasciamo consolare dalle sue Saudades do Brasil (1920) per pianoforte. Tra i pacifisti levarono alta la loro voce personalità come Romain ROLLAND e Heinrich MANN. Il dolore per i caduti in guerra, inclusi molti compositori, si è connotato nel 1918 in modo diverso che nel 1945: non veniva cioè a fondersi con la colpa per il genocidio degli Ebrei (in Italia con il campo di sterminio di San Sabba a Trieste, in mezzo al quartiere operaio di Servola), per Hiroshima e Nagasaki, e neanche con la responsabilità di massacri come quelli delle Fosse Ardeatine, di Marzabotto, di Stazzema… Dopo la Grande Guerra voci molto forti si sono levate contro le responsabilità del disastro, invece dopo la Seconda Guerra Mondiale queste voci sono rimaste mute. Per la Prima Guerra la Germania ha dovuto pagare le cosiddette "riparazioni", pesantissime da sostenere, all’origine dell’insuperabile crisi economica e sociale della Repubblica di Weimar che, innestata sulla crisi globale del 1929, ha portato all’affermarsi del nazismo; ma lo stesso non è stato imposto alla Germania dopo la Seconda Guerra, imparata la lezione, e i trattati internazionali la vedono divisa in due Stati, uno alleato del Patto Atlantico, uno alleato dell'URSS; emblema della divisione della nuova guerra, la Guerra Fredda, si é cercato non di isolare la Germania, ma di costruire molti ponti tra la Germania Ovest e i Paesi con cui era stata direttamente in conflitto, con molte cooperazioni ufficiali e attività di studio di giovani tra la Germania e la Francia, la Repubblica Ceca e infine la Grecia. Il KING ALBERT’S BOOK è stato pubblicato dal Telegraph in Inghilterra appena prima del Natale del 1914. Raccoglieva moltissimi contributi di aristocratici, statisti, artisti, compositori e leader religiosi, in onore della nazione belga invasa dai tedeschi pur essendosi dichiarata neutrale, per reagire alle terribili atrocità e incoraggiare il popolo belga alla resistenza. “Claude DEBUSSY, musicien français“ - come sempre si firmava, fu uno dei più forti oppositori del guerrafondaio impero guglielmino, e allo stesso tempo di un pacifista come Romain Rolland. In modo inaspettato, questo compositore edonista e sensualista, che "nel nome della voluttà" ha musicato anche un importante e dotto testo simbolista di D'Annunzio in francese arcaico (Le Martyre de Saint Sébastien), partecipò pure lui al King Albert’s Book con la Berceuse héroïque. Debussy durante la guerra si dedicò anche ad opere di carità, donava vestiti per gli indigenti e compose pezzi per beneficenza; per esempio il breve pezzo pianistico Les soirs illuminés è dedicato da Debussy al suo fornitore di carbone, da cui aveva ricevuto aiuto quando durante la guerra tutto era fortemente razionato. In En blanc et noir (per due pianoforti) Debussy caratterizza i tedeschi con la citazione del corale protestante Ein feste Burg, alludendo anche al ruolo oscuro della chiesa luterana nell'offensiva bellica. Debussy racconta la compassione e la rabbia per gli orfani e per le vittime della guerra, che a Natale non hanno più una casa dove andare in una chanson dai toni arrabbiati dal titolo Noël des enfants qui n’ont plus de maisons. Nel 1917 un appello per la Croce Rossa Italiana promosso dalla Ricordi produsse un album dedicato alla Regina Elena di Savoia con il contributo di molti compositori italiani famosi: Ruggero LEONCAVALLO(C'è nel tuo sguardo), Arrigo BOITO, Alberto FRANCHETTI (Ballata di primavera), Umberto GIORDANO (Per non soffrire), Pietro MASCAGNI (Bimba bionda), Giacomo PUCCINI (Morire?), Riccardo ZANDONAI (Campane). Il 1918 è anche l'anno in cui muore Claude DEBUSSY e nasce Leonard BERNSTEIN. Il capolavoro operistico di Debussy è Pelléas et Mélisande (dal dramma teatrale simbolista di Maurice Maeterlinck), messo in scena a Parigi nel 1902. Leonard Bernstein mette in scena il suo West Side Story (su libretto di Stephen Sondheim, che attualizza la storia di Romeo e Giulietta nell'attualità delle bande rivali del Bronx) nel 1956. Questi due giganti tra i compositori hanno avuto in comune una speciale abilità nel mettere insieme parole e musica. Bernstein ne ha dato prova in On the Town, Trouble in Tahiti, Wonderful Town, Candide, A Quiet Place e anche in una Messa. Però, I hate Music, un ciclo di 5 canzoni infantili scritte durante la seconda guerra mondiale, e La bonne cuisine del 1947, restano un’eccezionale incursione cameristica. Le Four Recipes messe in musica fanno sponda con Rossini e mostrano l’ammirazione di Bernstein per la Francia. Si tratta di quattro ricette piuttosto strane tratte da un libro di cucina del 1873 ancora reperibile, e MUSICA NELLE CASE D'ABRUZZO invita i suoi amici a provarle tutte prendendole in questo archivio Le Mélodies sono state molto importanti per Debussy, che ha cominciato a comporne a 17 anni con la prima Madrid, princesse des Espagnes e una Ballata alla luna. Quando Debussy muore nel 1918 mostra nelle sue composizioni uno spettro stilistico completo dal wagnerismo al simbolismo (1885-1896) avendo scritto musiche su versi di Verlaine, Baudelaire… fino alla modernità sperimentale delle ultime composizioni pianistiche e delle sue Sonate da camera (quella per violino e pianoforte, quella per violoncello e pianoforte, quella per flauto, viola e arpa). Negli anni di Pelléas (1893-1902) si è fermato nel dedicarsi alle Mélodies, per ricominciare poi con le classicistiche Fêtes Galantes II (1904). Aveva già smesso con le Mélodies dal 1915, con la sua arringa in difesa dei bambini che soffrivano per la guerra, scrivendo lui stesso il testo di "Noël des enfants qui n'ont plus de maisons". Non abbiamo più case! Vendica i bambini di Francia! Non abbiamo più case! Claude Debussy (1915) ______________________________ la prima - Soupir - è atematica Claude Debussy, a 51 anni, sofferente per un fatale cancro al colon, seguendo il simbolista Stéphane Mallarmé, conclude in qualche modo con questi versi: Sens-tu le paradis farouche Senti tu il paradiso feroce Dalla Grande Guerra nascono anche grandi opere letterarie. Il capolavoro di questo periodo viene riconosciuto nella commedia satirica di Karl KRAUS (1874-1936) Gli ultimi giorni dell'umanità (1915-22), che dalla tragedia della guerra si apre a toni apocalittici, ultima messa in scena del grande regista Luca Ronconi. Il fuoco (Le Feu. Journal d'une escouade; 1916) è un romanzo autobiografico in cui lo scrittore francese Henri BARBUSSE (1873–1935 Mosca) narra la sua esperienza come soldato dell'esercito francese sul fronte occidentale. Niente di nuovo sul fronte occidentale / Im Westen nichts Neues (1929), è il più celebre romanzo di Erich Maria REMARQUE (1898-1970) sulla Grande Guerra, best e long seller in tutto il mondo. Arnold ZWEIG (1887-1968 Berlino Est) scrive il ciclo La grande guerra degli uomini bianchi, 1913-1957, in parecchi volumi, che include Davanti a Verdun / Erziehung vor Verdun (1935, it.1937). Ricordiamo infine i testi tradotti in italiano del grande europeista Stéphane HESSEL (Berlino 1917-Parigi 2013) nato durante la Grande Guerra da una famiglia che ha ispirato la nota storia di Jules et Jim e l’amato film di TRUFFAUT: Enrique GRANADOS y Campiña, pianista e compositore spagnolo, allievo eccezionale di Ricardo Viñes, ebbe un grandissimo successo con le sue GOYESCAS, nate come pezzi pianistici e poi elaborate in opera per il teatro su commissione del METROPOLITAN OPERA HOUSE di New York, dove debuttò il 26 gennaio 1916. Subito dopo, arrivò l’invito a suonare per il presidente americano Thomas Woodrow Wilson. Aveva deciso di fare ritorno in Europa per mare ed era diretto a Southampton. Dal primo di Marzo 1916 la marina tedesca aveva rafforzato il blocco navale sull'Inghilterra con l’uso di sottomarini, e così il traghetto sulla Manica che portava i coniugi Granados fu silurato. Granados, già al sicuro sulla scialuppa di salvataggio, vide sua moglie annaspare in acqua, e si gettò in mare. Entrambi morirono annegati. Durante la Grande Guerra molti compositori si arruolarono nei loro rispettivi paesi, mobilitati al fronte o in servizio per la popolazione a casa. Atteggiamenti di opposizione alla guerra o di silenzio furono rari. Il tema dell'arruolarsi ha anche il suo rovescio nella diserzione; chissà se in quel tempo c’era qualcuno come Boris VIAN che nel 1954 scrisse la celebre canzone Le déserteur / Il disertore, censurata per i suoi scomodi significati. Tutti i compositori continuarono comunque a comporre anche nel periodo in cui fecero il proprio dovere o come richiamati alle armi (Paul HINDEMITH e Florent SCHMITT), o arruolati come volontari (Ralph VAUGHAN WILLIAMS), o come civili attivi in organizzazioni umanitarie (Charles KOECHLIN). Edward ELGAR aveva già prima della guerra sentito empatia per il dolore che sarebbe arrivato (Sospiri op.70), e con alcune importanti composizioni ha voluto parlare della follia della Prima Guerra Mondiale: Death on the Hills op. 72, Polonia op. 76, Une voix dans le désert op. 77, Le Drapeau Belge op. 79, The Spirit of England op. 80; inoltre ha anche scritto un balletto per opere di carità legate alle condizioni di guerra. Molti artisti, anche compositori, furono in quegli anni dei soldati, qualche volta molto giovani, e non poterono completare i loro studi, come accadde anche a Francis POULENC. Altri furono decimati, appena finito il conflitto, dall’influenza spagnola. Una di queste vittime fu il grande poeta Guillaume APOLLINAIRE, che nel 1911 si presentó come un grande epigono di Jean de LA FONTAINE, sviluppando nell'universo delle sue fiabe il tema della identificazione tra la specie umana e il suo substrato inconscio animalesco - così ben raffigurato anche nelle illustrazioni di GRANDVILLE (1803-1847) e Gustave DORÉ (1832-1883) delle favole del celebre autore settecentesco. A guerra finita, nel 1919, sia Louis DUREY che Francis POULENC misero in musica queste poesie di Apollinaire, appena scomparso. Tema del ciclo poetico Le Bestiaire ou le Cortège d’Orphée (1911) di Guillaume Apollinaire è la reazione delle bestie selvagge che si ammansiscono all'incontro con Orfeo, il “cantore melanconico” che in ogni animale vede un'immagine della sua anima o della sua vita. Il ciclo di Francis Poulenc era costituito in un primo momento da una piú grande scelta di 12 liriche con pianoforte scritte su testi di APOLLINAIRE (il cui vero nome era Wilhelm Albert Włodzimierz Apolinary Kostrowicki, 1880 – 1918). Dopo averle ridotte a sei e orchestrate, il lavoro fu eseguito per la prima volta l´8 giugno 1919 in una Matinée di commemorazione del Poeta, che nel novembre 1918 era morto a causa dell'epidemia di influenza spagnola. Louis DUREY cominciò negli anni 1910 a frequentare diversi musicisti, divenendo grande amico di Darius Milhaud ed entrando a far parte del celebre gruppo avanguardistico "Les Six". Fu l'unico dei sei a non partecipare alla scrittura del balletto Les Mariés de la Tour Eiffel del 1921, poiché all'epoca era in viaggio lontano da Parigi, sede dei Six. Partecipò alla Seconda guerra mondiale, dove fu attivo nella Resistenza francese e simpatizzante per il Partito Comunista. Scrisse anche delle canzoni antifasciste, e ancora dopo la guerra fu molto vicino alle posizioni maoiste, lavorando come critico musicale per un giornale francese di sinistra. Sicuramente il meno ricordato del Gruppo dei Sei, morì nel 1979 a Saint-Tropez. Charles KOECHLIN fu, insieme a Nadia BOULANGER, il piú grande formatore di giovani compositori di quegli anni; un esempio tra tanti: dopo la Grande Guerra l’ex soldato Francis Poulenc fu suo allievo. Nel 1917 Koechlin scrisse solo poche composizioni, come il suo 3° Quartetto e le favolose Heures Persanes per pianoforte, cercando scampo a quei tempi così duri nell'orientalismo. Sia come compositore che come maestro di composizione svolse un ruolo estremamente importante per definire la grande tradizione di predilezione per gli strumenti a fiato nella cultura musicale francese del novecento. Ci furono molti cambiamenti al momento dell'Armistizio di Compiègne dell’11/11/1918: la maggior parte dei soldati-compositori per fortuna sopravvisse, come Reynaldo HAHN. Molti riportarono ferite e traumi gravi, come André CAPLET che patí le conseguenze di essere stato gassato, oppure minati da disturbi gravi di nevrosi di guerra. Paul WITTGENSTEIN trovò una sua strada – sicuramente costosa - per commissionare un repertorio adatto alla sua nuova condizione di pianista privo di un braccio. In Siberia, nonostante tutto, cominciò da subito ad esercitare il suo braccio e la sua mano sinistra che gli restavano; tornato in Austria nel 1915, fu mandato sul fronte italiano, dove trovó l’occasione di suonare il pianoforte di nuovo per la prima volta nel 1916. Sempre sul fronte italiano, alla fine della guerra, il suo terzo fratello Kurt si suicidò. Appena dopo la guerra, Paul andò scavando nelle librerie e biblioteche per tutto ciò che poteva trovare che fosse composto o arrangiato per la sola mano sinistra, e quando si sentì finalmente pronto per suonare di nuovo in pubblico, inizió a spendere la maggior parte della sua eredità per raccogliere e commissionare pezzi da suonare come solista di sola mano sinistra con l’orchestra collazionando composizioni di ALKAN, BARTÓK, MOSZKOWSKI, RAFF, REGER, SAINT-SAËNS, RAVEL, Richard STRAUSS, HINDEMITH, SCRIABIN, KORNGOLD, Florent SCHMITT, Karl WEIGL, BRITTEN, PROKOV’EV. Wittgenstein era spinto a ordinare questi pezzi per costruirsi una carriera contemporanea, ma in realtà il suo gusto andava a Mozart e Brahms. Il concerto di Prokov’ev rimase ineseguito, e così quello di Hindemith op. 29 (1923), fino a quando Leon Fleisher lo eseguì per primo nel 2004 con Simon Rattle e la Filarmonica di Berlino. Paul Wittgenstein guidò una classe di pianoforte al Neues Wiener Konservatorium dal 1931 al 1938 e in quell'anno fatidico (l’integrazione dell’Austria con la Germania nazista) andò in esilio negli USA. Molte partiture rimasero dimenticate nella sua casa di campagna nello stato di New York, dapprima, e poi nella fattoria in Pennsylvania dove la sua vedova visse da sola fino al 2001. Molti di questi compositori sono stati uccisi. E molti altri espressero il lutto per amici e allievi caduti componendo delle lapidi musicali in memoriam, come Edward ELGAR, John IRELAND e Maurice RAVEL. Destino ancor più tragico quello di aver reso gli onori ad amici soldati caduti in guerra, ed essere poi stati uccisi appena prima dell'armistizio, come accadde a Frederic Septimus KELLY (1881-1916), il maggior musicista australiano, La Grande Guerra è stata la prima in cui il trauma psicologico abbia svolto un ruolo importante arrivando alla definizione di NEVROSI DI GUERRA, il primo evento bellico documentato in cui il crollo psico-fisico dell’uomo ha tratti di tragica modernità: 80.000 soldati, solo per parlare della Gran Bretagna, hanno dovuto essere ricoverati in ospedale, uomini emozionalmente distrutti, spesso sessualmente impotenti, sofferenti di isteria - insomma: un forte contrasto con le fantasie eroiche sulla virilità della propaganda interventista da entrambe le parti del conflitto. Magnus HIRSCHFELD, il ‘Kinsey dell'impero prussiano’, ne ha dato documentazione nel sua Storia dei costumi nella Guerra Mondiale (2 vol.) (1930). La celebre poesia Suicidio in trincea (1918) di Siegfried SASSOON (1886-1967), musicata da Hugo WEISGALL (1912-1997) nei nove Soldier songs (1953), in opposizione speculare al celebre verso di Giuseppe UNGARETTI (1888-1870) di Mattina (“M'illumino d'immenso”, 1917), parla proprio di questo crollo emotivo, lo stesso che in Ungaretti può anche aprirsi a momenti di visione estatica, ma non meno distanti dal punto di equilibrio emotivo del soggetto. SUICIDIO IN TRINCEA Alcuni maestri di composizione furono esonerati dal servizio per motivi di età, e si presero ancor più cura della generazione dei giovani sopravvissuti i cui studi e carriere furono forzatamente interrotti, come Paul VIDAL che formò Jacques de la PRESLE (1888-1969) e Francis POULENC (1899-1963), che ha rinnovato la sua formazione con Charles KOECHLIN. Il decisivo intervento in guerra degli USA il 6 aprile 1917 e l’alleanza franco-americana ha anche permesso la fondazione del Conservatorio Franco-Americano di Fontainebleau nel 1921 di cui fu direttrice fino alla sua morte Nadia BOULANGER (1887-1979), per metà francese e per metà russa. Qui i suoi numerosi allievi americani, si incontrarono con le idee artistiche neoclassiche di Igor STRAWINSKY (1882-1971), di cui la Boulanger era convinta divulgatrice. Il più famoso dei poeti di guerra britannici fu Rupert BROOKE (1887-1915). Uno dei suoi SONETTI DI GUERRA, Il soldato, fu letto a Pasqua nella Cattedrale di Westminster e lui stesso fu assunto in una speciale unità navale perchè conosceva personalmemnte Winston Churchill. Quando Brooke morì per infezione nel 1915 in un ospedale navale, Churcill gli rese onore, e questo, insieme alla sua poesia più emblematica, lo rese celebre nel mondo. Molti compositori hanno dato a questi versi i loro abiti musicali e quindi ne abbiamo varie versioni. Il poeta ebbe lo stesso destino di Kelly: McCrae morì nel gennaio 1918 per una meningo-polmonite mentre prestava ancora servizio nell'ospedale da campo. Almeno un cenno allo ARMISTICE FESTIVAL in Gran Bretagna nel 1988 a settant’anni dalla fine del conflitto mondiale. (trad. Riccardo Venturi (2004) In Flanders Fields (...Un fiore, un fragile papavero (lat. papaver rhoeas), che ha bisogno di terra piena e in un vaso muore in fretta, ha aperto lentamente gli occhi dei tedeschi… se guardo alle foto di mio nonno, vedo un vecchio barbuto che poteva essere francese o tedesco senza distinzione, ma a quel tempo era un soldato guglielmino. Se non fosse sopravvissuto, non ci sarei stato a scrivere queste righe… Di conseguenza ho scelto di fare obiezione di coscienza e ho preferito fare un Servizio Civile con pazienti e internati psichiatrici, allargando i miei interessi dalla musicoterapia alla sessuologia legale. - Benno Schnatz...) Hanns EISLER ha composto molta musica che ha a che fare con la Prima Guerra Mondiale. Il compositore Luca LOMBARDI (*1945) è stato il maggior esperto italiano di Eisler e della sua traduzione (Musica della rivoluzione / Hanns Eisler. Milano: Feltrinelli) Dopo che la guerra era passata Questa guerra non è la nostra guerra... Brecht, La guerra che verrà (Deutsche Kriegsfibel) Nei cinque minuti della Kriegskantate (1937, Cantata di guerra) su parole da Pane e Vino di Ignazio SILONE, Eisler canta: "Ed ora il regime sull'orlo della bancarotta vuole fare imbrogli con la scusa della guerra…” Due compositori tra i tanti caduti: da parte tedesca Rudi STEPHAN (1887-1915), giovane promessa che morì in Galizia a soli 28 anni nel 1915; da parte francese Fernand HALPHEN (1872-1917), morto a 45 anni in un ospedale militare; ebreo, allievo di Fauré e Massenet, secondo al Prix de Rome del 1896. Figura con oltre cento altri nella lista degli studenti del Conservatorio di Parigi caduti nella Grande Guerra: 21 nel 1914, 23 nel 1915, 16 nel 1916, 12 nel 1917, 2 nel 1918 e infine ancora 2 nel 1919. La Fondation Alice et Fernand Halphen promuove ancora oggi giovani compositori del Conservatorio di Parigi accompagnandoli alle loro prime edizioni. Dopo la Battaglia di Vauquois, Hahn scrisse la canzone À nos morts ignorés / Per i nostri morti ignorati”, dedicata al suo generale Valdant. Le plus beau présent (8. Maggio 1917) parla di un'esperienza comune a molti soldati: i loro cari perduti avevano dato loro tante cose in vita, ma pur nella gratitudine sentivano nel presente la mancanza di una “petite parole”. Quando Hahn lavorava al dipartimento di decriptamento dei messaggi in codice del Ministero della Guerra (il futuro campo di attività del famoso Alan Turing), André CAPLET (1878-1925) era assegnato ad un altro dipartimento, allora molto importante: quello dei piccioni viaggiatori. Ma questo non l'ha protetto dal venire gassato e morì prematuramente per le conseguenze di questa profonda intossicazione nel 1925, a soli 47 anni. 90.000 uomini sono morti a causa del gas, circa un milione ne furono gravemente danneggiati. Mentre la Seconda Guerra Mondiale ha portato molti cittadini e artisti ad emigrare e ad andare in esilio, la Prima Guerra Mondiale ebbe conseguenze opposte: chi lavorava all'estero fu internato e non poté tornare in patria. Molti rientrarono in patria per arruolarsi. Capletprima della guerra lavorava come direttore d’orchestra all'Opera di Boston, tornò in Francia nel 1914 e divenne direttore dell'Opera di Parigi. Pochi giorni dopo aver assunto questo incarico, partí come volontario della Prima Guerra Mondiale. Solitudine e bellezza, nudità e rottura dei tabù sono il campo, nell’ambito del modernismo viennese, di Egon SCHIELE (1890-1918). La concentrazione sull'esistenza si unisce allo sconcerto della mistica (come nel gesto della V che lui fa - una volta completamente nudo, ma perfettamente vestito da un collo di carta - pensando al Christus Pantocrator dell'arte bizantina). L'arte che, attraverso l'artista, porta nel mondo la liberazione. Aveva appena 28 anni quando la terribile epidemia di Spagnola se l’è portato via. Il padre, un capostazione, morì di sifilide quando Egon aveva 14 anni. Come Garcia Lorca racconta nella Casa di Bernarda Alba, anche Schiele è cresciuto in una situazione domestica femminile pervasa di nudità. Lo sguardo prospettico tipico del bambino e del ragazzino si è preservato in lui a lungo. Una sofferenza evidente, orientata alla sofferenza di Cristo, si è attaccata alle sue immagini del corpo. Schiele amava la trasgressione dei limiti, e questo gli ha permesso di trovare molti collezionisti paganti, tanto da finire in prigione nel 1912 per 25 giorni per accusa di oscenità. Dipinse dei lavori "privati" su carta, dove ritraeva uomini e donne in rapporti sessuali, ma anche donne che si davano piacere da sole o tra di loro. Considerando anche l'uso commerciale che faceva dei suoi disegni e la cura con cui seguiva i suoi clienti, si può senza troppe esitazioni parlare di pornografia ai suoi albori. I suoi emaciati autoritratti ce lo presentano in atteggiamento di martire: un uomo sofferente che mostra la crisi della virilità. Il tema centrale era Vienna. L'uomo è colui che soffre. Gli autoritratti di Schiele sono immagini della sofferenza dell'uomo, che vogliono essere rappresentazioni simboliche di Cristo. Ci ricordano che alla via crucis segue la resurrezione. Immagini di un trionfo per l'umanità, per l'osservatore che si identifica con l’immagine di Schiele. Molti di questi perdigiorno della gioventù alla volta del secolo festeggiarono il 1914, come se con la guerra potessero, da vittime, farsi carnefici. Uomini e donne nei dipinti di Schiele invece sono vittime sacrificali. Ma riguardo alle donne non si rileva un'identificazione con lo stesso destino. La crisi della virilità e dell'Io da una parte, e la richiesta di una nuova definizione della relazione tra i generi dall’altra, sono ed erano connesse con il movimento delle donne. GUSTAV KLIMT (1862-1918), il pittore dello Jugendstil e delle donne e amico paterno di Schiele, aveva il doppio degli anni dell'altro quando morì anche lui nel 1918 a 56 anni. - Del suo successo sono testimoni le infinite riproduzioni iconografiche che tutti amano utilizzare in tutti i modi. Tra tecnica sopraffina, erotismo, eleganza, potenza trasgressiva, capacità decorativa, Klimt ha informato di sé l'intera epoca e rappresenta a pieno gli ultimi bagliori di splendore dell'Impero sull'orlo della sua caduta. Quel che la caduta dell’Impero Asburgico rappresenta nella cultura viene simboleggiato molto bene nella figura di Alma Mahler. Alma fu uno spirito inquieto e forte, e non solo fu amata da una serie di artisti da far impallidire (KLIMT, ZEMLINSKY, MAHLER, che sposò e da cui ebbe due figlie, KOKOSCHKA, GROPIUS, secondo marito, che ricordò come l’unico uomo veramente bello che avesse mai avuto, ma incredibilmente noioso, e WERFEL, che lei trova brutto quanto appassionato), che fu amica di tanti altri, a cominciare da BERG, il quale dedicò alla piccola Manon, che Alma aveva avuto con Gropius, morta di poliomielite, il bellissimo Concerto per violino e orchestra - “in memoria di un angelo”. Nella vita di Alma, ella stessa compositrice, si condensa il senso del passaggio da un mondo decorativista e sensualissimo come quello dello Jugendstil al modernismo e al razionalismo, attraverso il senso della morte e dello struggimento, tanto totale quanto ai limiti del congelamento per eccesso di fuoco e per esaurimento dei linguaggi possibili. Con Richard STRAUSS (1864-1949) ascoltiamo il canto del cigno del Lied romantico: nei Vier Letzte Lieder (1946-48) siamo di fronte ad un artista che ha conquistato l'Europa con la sua scandalosa Salome nel 1905, che ha attraversato la fine di un mondo, con la guerra mondiale 1914-18, e la fine, oltre il livello del tragico, di un secondo mondo, con la seconda guerra mondiale 1939-45; un compositore che non ha mai voluto accettare le rivoluzioni atonali né quelle dodecafoniche, rimanendo ancorato al linguaggio wagneriano della modulazione continua, pur modernissimo nel portare però la modulazione continua alle sue più estreme conseguenze, come nella Elektra, dove anche il fidato amico Gustav MAHLER (1860-1911) dovette ammettere con ammirazione e stupore che il linguaggio musicale tonale si era completamente disperso verso il futuro; al contempo, non era affatto inconsapevole del proprio ruolo antistorico, come peraltro è così struggentemente rappresentato nel personaggio della Marescialla del Rosenkavalier, la sua opera più rappresentata insieme a Salome. Il linguaggio tardo-romantico è per Strauss ancora la sola strada possibile per continuare ad esserci, filosoficamente, non solo come artista, ma come soggetto, e nei 4 Letzte Lieder a quel linguaggio resta ancorato, pur avendo tanto sperimentato, prima della sua personale fine, ormai vecchio, testimone di tutti i superomismi e di tutti i fallimenti peggiori della storia. Richard Strauss con il suo Rosenkavalier (un ruolo en travesti per una commedia amara che vuole ripercorrere le strade del trittico di Da Ponte e Mozart, dove una donna matura e potente conduce il suo più giovane e adorato amante verso l'amore puro per una dolce coetanea, amore che a lei non è più concesso, il tutto narrato in un seguito di valzer che suonano come un flusso di coscienza sul tempo che muore) nel 1911 si accompagna ai Sechs Kleine Klavierstücke op.19 composti nello stesso anno da Arnold SCHÖNBERG (1874-1951). Le prime cinque di queste miniature furono scritte in febbraio. Solo l'ultima fu scritta in giugno, per la morte di Gustav Mahler. Franz SCHREKER (1878-1934) era un pacifista. Il suo Lied Das feurige Männlein compare in un Almanacco di Guerra di Beneficenza del 1916, con testi di Stefan ZWEIG, Rainer Maria RILKE e Arthur SCHNITZLER, e con altri compositori come Robert FUCHS e Felix WEINGARTNER. Il suo Omino di Fuoco col suo cavallo distruttore è una parabola sulla guerra e il suo caos, che finisce in una tonalità mai usata quale il RE diesis minore. Arthur SCHNITZLER (1862-1931) e Sigmund FREUD (1856-1039) sono stati definiti come due fratelli gemelli. Non si sono mai frequentati. Non si può parlare di Vienna e della fine dell’Impero e di quel che ha significato senza almeno farne cenno. La scoperta dell’inconscio non è certo arrivata all’improvviso. Gli antecedenti più lontani vanno a ERASMO, a LUTERO, a tutto il PLATONISMO, ad AGOSTINO, a SENECA, ai TRAGICI GRECI e alla BIBBIA. I più vicini si possono certamente rinvenire nel sogno come veniva descritto dai poeti romantici tedeschi e dalla musica, soprattutto pianistica e liederistica e quartettistica, del romanticismo tedesco. Come non vedere nella lettura che SCHUMANN fa dei versi di HEINE in Dichterliebe op. 48 uno sprofondarsi e perdersi in qualcosa che ancora non aveva ricevuto un nome, e che lo troverà appunto con Freud? Dalla scoperta di questo nome, il mondo è cambiato. Secondo tradizione biblica: possedere il mondo vuol dire poter dare un nome alle cose, non solo sentirle e restare schiavo delle emozioni del sentire. Poter nominare (e quindi definire e analizzare) l’Inconscio è cosa profondamente rivoluzionaria e fondativa di un nuovo ordine. Con Fräulein Else (1924) Schnitzler costruisce un monologo interiore al femminile dove, con la spietatezza del medico che era, e con la spregiudicatezza morale di entrare nella mente di una ragazza destinata ad un matrimonio di convenienza (deciso contro la sua volontà per salvare la famiglia dal fallimento e mantenerne il decoro abituale che solo poteva darne definizione sociale), il fondo delle emozioni sembra davvero essere toccato, coinvolgendo il crollo morale di tutti i castelli dell’ordine sociale costituito. Le pagine di Der Weg ins Freie (Verso la Libertà (1909), romanzo scritto in prima persona, e di Giovinezza a Vienna, autobiografia degli anni dal 1862 al 1889 pubblicata postuma, ci aprono ancora più direttamente a quel mondo di simboli e sogni potenti e in disfacimento che con eleganza e crudele bellezza mettono un epitaffio definitivo e non teneramente nostalgico su un mondo che sembrava vivere allo specchio (come nel celebre racconto Doppio sogno, da cui il grande film di Stanley KUBRICK (1928-99)) e che ha finito il suo tempo. Il mondo dell’OPERETTA è un bel sogno ad occhi aperti, con tanto di erotismo, come accade nei sogni, ma con il garbo e il gusto del sapere di essere in società. Se Schnitzler in Verso la libertà ci descrive con cinica finezza la conclusione dell’amore tra il protagonista e la sua mantenuta, incinta, mentre sono insieme in villeggiatura a Merano, e, tra una passeggiata e un sorbetto, fanno mercato della liquidazione, nel ”saper vivere”, di un rapporto non tramutabile in quello matrimoniale, benchè vissuto nella assoluta normalità della vita sociale borghese …ecco, tutto questo mondo di villeggiature, passioni, lussi, eccessi elitari che nella vita acquistavano tinte dure e ciniche nascoste sotto una raffinata eleganza esteriore, nell’operetta diventano Paesi del Sorriso e leggende di amori esotici ballando valzer sull’orlo del precipizio. Principe assoluto di questi sogni ad occhi aperti fu l’ungherese Ferenc LEHAR (1870-1948), figlio di un musicista di banda militare, uomo solido e concreto, ottimo imprenditore, non solo compositore di operette, che pure lo rendono celebre e amato ancor oggi senza cedimenti. Lehár nel 1915 ha scritto anche un ciclo di Lieder dal titolo Aus eiserner Zeit/Dai tempi di ferro dedicati alla Grande Guerra; l’ultimo Lied, Fieber (febbre) è il delirio per la febbre di un soldato che muore in un lazzaretto militare. Sposato ad un’ebrea, fu molto attivo durante il nazismo per proteggere gli ebrei, e costituì una compagnia di operette composta per intero da orchestrali e cantanti ebrei. Dmitri SHOSTAKOWITSCH (1906-1975) ha chiamato la sua XII sinfonia 1917, e si tratta di un anno che vogliamo ricordare in MUSICA NELLE CASE D'ABRUZZO 2017 perché fu cruciale per la Russia e per l'Europa intera per la storia in generale cosí come per le arti. Presentiamo alcuni momenti della musica russa del periodo della RIVOLUZIONE D’OTTOBRE, un momento storico che presenta anche il grande dinamismo dei suoi artisti, a volte anch'essi rivoluzionari bolscevichi. Sergei PROKOV’EV (1891-1953) ebbe una posizione favorevole alla rivoluzione ma con il privilegio di molta libertà di movimento, tanto da poter viaggiare e vivere lunghi periodi all’estero. Sergei RACHMANINOFF (1873-1943) appartiene all'altra schiera di artisti che invece portavano il germe della fuga e dell’esilio da quel che ben presto si evolse in un mero regime. Le Visions fugitives di Prokov'ev presentano idee molto originali sia nell’alternanza di tonaliá maggiori e minori che nei ritmi. Furono scritte ciascuna individualmente, molte per singoli amici personali del Compositore, e in origine Prokov'ev si riferiva a loro (ai suoi piccoli pezzi, o forse anche ironicamente ai loro dedicatari) come ai suoi “cagnolini”, a causa dei loro “morsi”. Sebbene dissonanti, questi 20 brevi pezzi sono piacevoli, effervescenti e brillanti, come se l'Autore volesse mostrare un aspetto piú svagato e gioioso della sua personalitá immaginativa. La loro prima esecuzione avvenne in un concerto in casa, come i nostri, con Prokov'ev stesso al pianoforte. Le Cinque melodie op. 35b risalenti al 1925, sono la versione per pianoforte e violino delle Romanze senza parole op. 35 per voce e pianoforte, scritte nel 1920 per la cantante ucraina Nina Koshetz che, all’epoca, si era spostata negli USA, dove prevalentemente risiedeva anche l’Autore russo. Prokov'ev incontró il violinista Pawel KOCHAŃSKI nel luglio 1925 a Parigi in due sessioni intensive per preparare queste 5 Melodie, tutte trascritte per violino. Se si potesse ascoltare insieme le due versioni, si potrebbe cogliere come bellezza e passionalitá siano decisamente amplificate nella seconda versione per violino rispetto alla prima per voce di soprano. Solo la N.5 fu dedicata a Joseph SZIGETI, le altre a Pawel Kochanski. Rachmaninoff scrisse due cicli di Études-Tableaux: op. 33 (1911) e op. 39 (1916-17). Il Compositore ha rivelato a Ottorino RESPIGHI, che nel 1930 ne ha realizzato un'orchestrazione, i programmi ed i significati cui si era ispirato nella loro composizione. L'opus 39 può essere vista come un ciclo di variazioni su una sorta di ossessione di Rachmaninoff: il Dies Irae. Parti di questo cantus planus sono citate in ciascuno di questi 9 studi, in modo piú evidente nei primi 5. Il Dies Irae è usato da Rachmaninoff anche nella sua composizione per orchestra L'isola dei morti, relativa all’omonimo quadro di BÖCKLIN; inoltre il compositore ha annotato che anche altri due quadri di questo pittore simbolista lo hanno ispirato per questi Studi: Il gioco delle onde per il N. 1, e Mattino per il N. 8. Gli Études-tableaux op. 39 furono gli ultimi lavori che Rachmaninoff compose in Russia prima dell’esilio. In Italia la Guerra, subito chiamata "Grande", sembrava realizzare molti dei sogni dei Futuristi. Il passo verso il fascismo militarista era molto breve. I pochi resoconti cinematografici muti ispirarono il trentaduenne Alfredo CASELLA (1883-1947) nel 1915 a scrivere “quattro films musicali“ (per pf. A 4 mani): Pagine di guerra - 1. Nel Belgio: sfilata di artiglieria pesante tedesca. 2. In Francia: davanti alle rovine della cattedrale di Reims. 3. In Russia: caccia di cavalleria cosacca. 4. In Alsazia: croci di legno Francesco Paolo NEGLIA, siciliano, sposato con una tedesca, ad Amburgo fondatore del Conservatorio, abbandonò tutto dopo 15 anni, obbligato a tornare in Italia nel 1914. In quegli stessi anni la prima generazione in ITALIA di COMPOSITORI EBREI, cui appartiene Giacomo OREFICE (Vicenza 1871 – Milano 1922) aveva ancora possibilità di lavorare, in un orizzonte italiano unificato e borghese, libera da preoccupazioni particolari, prima che si affermasse il fascismo. Altri compositori quasi coetanei, che peró vissero piú a lungo di Orefice, si trovarono peró in fine carriera a dover fare i conti col regime e anche con le leggi razziali. fu Direttore Artistico del Teatro Costanzi di Roma e maestro (fra gli altri, anche di Nino ROTA) di Guido Alberto FANO (Padova 1875-1961), che divenne Direttore dei Conservatorio di Palermo prima e di Napoli poi, per chiudere la sua carriera con anni di prestigioso insegnamento di pianoforte presso il Conservatorio di Milano (sua allieva la celebre Enrica Cavallo). Fano ebbe un'altra energia nella reazione allo stato delle cose, e combatté nella resistenza fino al 1943 nella zona di Fossombrone e Assisi. Vittorio RIETI (Alessandria/Egitto 1898-New York 1994) visse a lungo a Parigi, dove ha collaborato con i Ballets Russes di DIAGHILEV e con il Groupe des Six. Nel 1940, durante l'occupazione nazista della Francia, non è tornato in Italia, ma è andato direttamente negli Stati Uniti, dove ha lavorato, come Castelnuovo Tedesco, soprattutto per l'industria del cinema. Mario CASTELNUOVO–TEDESCO, Aldo FINZI e Renzo MASSARANI - hanno invece avuto purtroppo carte peggiori da giocare, trovandosi ancora giovani a dover decidere per la resistenza o per l’esilio. Castelnuovo-Tedesco (Firenze 1895-Los Angeles 1968), allievo di Gino MÒDONA (Firenze 1871-1952), apparteneva ad un'antica famiglia ebrea sefardita che si era stabilita in Toscana da oltre 400 anni in seguito all'epocale espulsione dalla Spagna del 1492. Suo nonno aveva scritto in musica molte preghiere ebraiche. Questo fu fonte di ispirazione per la sua prima composizione di ascendenza ebraica, la sua Rapsodia Ebraica - Danze del Re David per pianoforte solo, come anche per Prayers My Grandfather Wrote (1962). Dopo i primi esami di pianoforte nel 1914 (e dopo aver suonato nella prima italiana di Les Noces di Igor STRAWINSKI) ha conseguito il Diploma di Composizione nel 1918 presso il Liceo Musicale di Bologna. Alfredo CASELLA e Ildebrando PIZZETTI furono i suoi mentori. Il nome di Mario Castelnuovo-Tedesco viene facilmente associato a quello di Andrés SEGOVIA per il suo neoclassico Concerto in RE op. 99 per chitarra (1939) e per circa un centinaio di composizioni chitarristiche. Il suo approccio alla composizione era informato da idee extramusicali - letterarie o visuali - e lui stesso richiama tre ispirazioni tematiche per la sua musica: Castelnuovo-Tedesco era amico di Carlo e Nello Rosselli, due antifascisti ebrei assassinati nel 1937, ma anche di Alessandro Pavolini, un fanatico e crudele fascista. Nel 1935 ha protestato contro l'epurazione dalla radio italiana dei compositori ebrei, ma per tutta risposta Mussolini lo gratificó incaricandolo di scrivere le musiche per il testo teatrale “Savonarola” di Rino Alessi (Maggio Musicale Fiorentino). L'interesse del regime fascista per le arti era tutto nell'ottica di un uso specifico di esse nella creazione di una sorta di ‘Mistica del Fascismo’. Nonostante questa commissione ufficiale e di regime, Castelnuovo-Tedesco è diventato esule nel 1939 finendo in California, dove ha trovata la fama per le sue musiche per il cinema. Dal 1938 la musica di Castelnuovo-Tedesco fu cancellata dalle programmazioni radiofoniche, e nel 1939 dovette lasciare l'Italia con la sua famiglia. Nel 1940 Jasha HEIFETZ gli ha fatto avere un contratto con la Metro Goldwin Mayer (MGM), lanciando la sua carriera, durata 15 anni, come compositore per il cinema. Fino al 1956 collaborò anche con Columbia, Universal, WarnerBros., Twentieth Century Fox e CBS, lavorando come compositore di musiche per circa 200 films. In realtà, vide il cinema come un'opportunità di genuina creatività artistica - un medium alternativo all'opera lirica (che considerava specificamente europea) per lo sviluppo di una forma d'espressione compiutamente americana. Inoltre, fu significativa la sua influenza come insegnante di molti altri compositori di Hollywood, sopra tutti personalità come Henry MANCINI, Jerry GOLDSMITH, John WILLIAMS e André PREVIN. Alcuni ricordi della sua nipote, Diana Castelnuovo-Tedesco / CD prod. del Milken Archive / NAXOS Il 27 gennaio 1945 il cancello di Auschwitz venne aperto dall'esterno. E tanta gente in Germania e in tutto il mondo cominciò lentamente a capire l'orrore che Hitler, le SS e tutti i nazisti avevano compiuto contro gli Ebrei, e non solo contro di loro. L'apertura dei cancelli degli altri Lager non avvenne nello stesso momento, e le persone prigioniere negli altri campi di concentramento e di sterminio continuarono ad essere uccise anche dopo di questa data. Terezin fu aperta più di tre mesi più tardi. I campi di concentramento erano in funzione nel Tertzo Reich a partire dalla presa del potere di Hitler da Hindeburg, Presidente della Repubblica di Weimar. Nel 1933 il campo di Dachau, vicino a Monaco, fu uno dei primi. I prigionieri ricevettero tatuaggi con numeri, uniformi... e furono divisi in gruppi con segni distintivi. In ogni tipo di Lager, un taglio di capelli speciale toccava a coloro che tentavano di scappare. Ogni GHETTO aveva un capo delle SS, ma veniva definito come un'amministrazione autonoma degli Ebrei. Una parte del comando e della bestialità era delegata agli stessi Ebrei. Il Ghetto più a occidente, costruito nel 1941, fu Terezin, che fu forzatamente riportato al suo vecchio nome tedesco: Theresienstadt. Tre anni prima: Conferenza di Monaco nel 1938. Hitler ottenne da Mussolini per l'Italia, da Chamberlain per la Gran Bretagna e da Daladier per la Francia l'autorizzazione di annettersi la parte della Cecoslovacchia che era di lingua tedesca; ma Hitler si prese poi tutto nel marzo del 1939. Nel 1933, all'affermarsi del nazismo in Germania, moltissima gente fuggì in Cecoslovacchia e in Austria. Nel 1939 erano di nuovo in pericolo. La Cecoslovacchia di lingua tedesca non ha prodotto solo un genio come Franz KAFKA che morì nel 1924, ma anche un altro come quello di Erwin SCHULHOFF, che fu al centro del movimento musicale dadaista negli anni venti. A partire dal 1931, da ebreo marxista quale era, decise di dare un forte cambiamento alla sua arte: “Non più musica contemporanea, stile internazionale - disse. - Non più lirismo decadente o sfoghi isterici. La mia musica diventò dura, inesorabile e senza compromessi-" Il percorso politico di Schuloff fu lo stesso dei suoi colleghi Oskar FRIED e del polacco Jozef KOFFLER. Ma lui soltanto scrisse un oratorio basato sul Manifesto Comunista, nel 1932, eseguito alla fine di ottobre a Berlino, nelle celebrazioni del centenario di Karl MARX. Secondo il patto Molotov-Ribbentropp, ancora in vigore, Schulhoff chiese la nazionalità sovietica nel maggio del 1941, e il passaporto il 13 giugno, ma purtroppo era troppo tardi, e con l'attacco all'Unione Sovietica del 22 giugno Schuloff cadde nella trappola e da un giorno all'altro divenne un nemico. Schuloff fu il primo dei musicisti boemi e mòravi dell'avanguardia musicale ad essere arrestati. Non perchè ebreo, ma come prigioniero politico, cittadino della ormai nemica Unione Sovietica. Dopo un primo momento in carcere, fu trasferito poi nella Baviera meridionale con suo figlio Petr, di 19 anni. Lì morì solo un anno dopo per la tubercolosi, e suo figlio dovette seppellirlo, rimanendo da solo. Traumatizzato. Schulhoff si avvicinò sempre più a BEETHOVEN. Anche la sua Sinfonia n. 6 intitolata Libertà e dedicata all'Armata Rossa aveva un corale finale, ma, come anchhe la sua Sinfonia n. 8, rimase solo nella versione per pianoforte. Un altro tipo di Lager era quello per prigionieri di guerra. lo STALAG per i soldati semplici, lo OFLAG per gli ufficiali. La composizione più famosa che ne venne fuori fu scritta al confine con la Polonia: Quartetto per la fine dei tempi di Olivier MESSIAEN, composizione molto speciale soprattutto per l'uso specifico del clarinetto e costruito sulla spiritualità cattolica relativa al Creatore. Il tempo che Messiaen passò in questo STALAG come soldato semplice comunque fu piuttosto breve. Tra gli ufficiali francesi invece molti dovettero restare molto più a lungo nello OFLAG, come il direttore d'orchestra Jean MARTINON e il compositore Émile GOUÉ. Goué, allievo di Charles KOECHLIN, fu rinchiuso per 5 anni a sud-ovest di Amburgo dopo aver svolto servizio come Luogotenente d'artiglieria. Scrisse molte composizioni mentre era detenuto nel campo, che mandò a Parigi e che furono lì eseguite ottenendo addirittura una trasmissione radiofonica che da Parigi suonò all'interno del suo OFLAG sul fiume Weser. Émile Goué, che prese lezioni di composizione da Albert ROUSSEL a partire dal 1936, era un professore di fisica presso il Liceo Louis Le Grand di Parigi, e scoprì un nuovo interesse capace di portarlo fuori dallo stato depressivo insegnando teoria musicale ed estetica ai suoi allievi e conquistando i suoi compagni di prigionia per la sua profonda competenza musicale: "La disperazione in cui caddi per i primi due anni della mia prigionia veniva dalla perdita del mio tempo. Ora ho capito, che le necessità quotidiane mi riportano all'essenziale della vita e al dono della generosità." Molti i testi di cui è autore: THERESIENSTADT era organizzata da Heydrich e Adolf Eichmann nel 1941 come macchina di propaganda per coprire la vera situazione degli Ebrei. Vi erano rinchiusi Ebrei provenienti prevalentemente da Praga, Vienna, Berlino, Brno, Francoforte. I deportati inizialmente convissero con la popolazione civile; quest'ultima fu oi evacuata nel luglio 1942. Il campo di concentramento venne presentato dal Reich al consesso internazionale quale città autogovernata, come ogni ghetto, da uno Judenrat. Il comando tedesco delle SS favori l'attività ricreativa dei deportati costituendo la FREIZEITGESTALTUNG. Il ghetto di Theresienstadt aveva un compito particolarmente perfido, sfruttando i talenti artistici dei prigionieri ebrei per fare bella mostra di un trattamento umano alle rappresentanze di organizzazioni come la Croce Rossa. Dietro questa facciata, fatta di menzogna e quel che oggi si chiama "fake news" , le attività artistiche che producevano a Theresienstadt su promessa di un trattamento particolare, spesso in realtà portavano a punizioni severe e al macello solo pochi giorni dopo. Viktor ULLMANN è la figura centrale della musica a Terezin, anche se arrivò a Terezin solo nel suo secondo anno, nel 1942. Questo campo di concentramento si trasformò in un "melting pot" di estetica musicale: allievi dei migliori professori di composizione del tempo si ritrovarono insieme. Allievi di HINDEMITH, SCHÖNBERG, ZEMLINSKY, BUSONI e dei maestri boemi locali come Alois HABA, Fidelio FINKE, Emil BURIAN e del mòravo Leos JANACEK. Nel Primo Aufkommando c'erano soprattutto uomini giovani, come Zikmund SCHUL, di 25 anni, un allievo di Hindemith a Berlino e di Alois Haba a Praga, dove tornò nel 1937. Era uno specialista della musica da sinagoga. E c'era il direttore d'orchestra Rafael SCHÄCHTER, responsabile per le produzioni operistiche e oratoriali come il Requiem di Verdi. Dalla Moravia venivano anche Pavel HAAS e Gideon KLEIN. Pavel Haas era un allievo di Janacek, un uomo simpatico e gioviale che condivideva con Janacek l'amore per i „musikantische“. Anche i pezzi che ha scritto a Terezin erano pieni di leggerezza e di luce. Ma quando arrivò a Terezin aveva già molti problemi di salute. Gideon Klein non aveva ancora completato i suoi studi quando fu imprigionato a Terezin. Era il n. 2 dei pianisti del Lager e fu scelto come maestro di vita per sostenere gli altri come modello di resistenza. Quando Haas arrivò a Terezin le sue condizioni di salute erano davvero cattive, e Klein fu al suo fianco, lo aiutò e incoraggiò molto. Caro a tutti, nel comporre era un maestro riguardo alla forma musicale e ad uno stile musicale meccanico, legato ai motori; compose soprattutto musica da camera e corale. Fu autorizzato a vivere ad Auschwitz qualche settimana in più dei suoi amici gassati immediatamente a Terezin, ma fu ucciso quando le SS evacuarono questo luogo di orrore. Gideon Klein produsse durante la sua permanenza decine di arrangiamenti di canti popolari cechi, eseguiti in concerto dai diversi cori. Più tardi si scrisse di lui: Klein divenne responsabile del dipartimento di MUSICA STRUMENTALE oltre che di OPERA E MUSICA VOCALE e MUSICA DA CABARET. Un allievo di Busoni arrivato nel primo anno era Carlo TAUBE, pianista, direttore e compositore. Ironicamente, la prigionia ha messo Taube in condizione di dedicare più tempo alla composizione di quanto non fosse stato prima per lui possibile. La partitura del suo progetto La Sinfonia di Terezin non è sopravissuto, come anche Poema, Capriccio e Meditazione per violino e pianoforte, e la Ghetto Suite per orchestra. La sola composizione di Taube sopravvissuta a Theresienstadt fu una ninna nanna per soprano e pianoforte intitolata Ein Jüdisches Kind (Un bimbo ebreo, 1942), una canzone commovente in cui i genitori esprimono l'amore per il loro bambino per il quale non riescono a trovare una casa. Gli eventi a Terezin sono gestiti dalla FREIZEITGESTALTUNG, l'Amministrazione per le attività ricreative, evoluzione delle Kameradschaftsabende, le „serate dei camerati“ approvate dai nazisti a partire dal 28 dicembre 1941, create dalla collaborazione di diversi artisti di grande talento, tra cui il direttore d'orchestra Rafael Schächter. Il primo direttore della neonata istituzione è il rabbino Erich WEINER, e nonostante le attività siano, almeno ufficalmente, soggette a censura nazista, la strutturazione delle stesse nella riconosciuta Freizeitgestaltung è senz'altro una grande conquista. La struttura ha il compito di organizzare e gestire attività in diversi settori: teatro tedesco e ceco, cabaret, musica vocale e strumentale, conferenze, concerti, scacchi, biblioteca e sport. Inoltre, ai responsabili del settore musica è richiesto di procurare strumenti musicali, partiture e libri, recuperandoli dalla massa di beni confiscati agli ebrei e giacenti nei depositi della comunità ebraica di Praga. A32 Le deportazioni "all'est" cominciarono nel 1942. Il loro numero diminuì nel 1943 perchè ci si aspettava un'ispezione della Croce Rossa. Questo mostra il numero dei deportati, 1000 nel 1942 e quasi 3000 persone deportate ad Auschwitz per essere gassate in un solo trasporto. Con H.G. ADLER arrivò a Terezin un cronista molto impegnato nel raccontare la vita a Terezin. Aveva capito molto presto il ruolo delle attività culturali organizzate dalle SS come attività di propaganda, e temeva che il camuffamento potesse avere effetti negativi sia sugli artisti che sul pubblico. Descrisse i cambiamenti psicologici e gli effetti sui prigionieri. Con la precisione delle sue 1000 pagine voleva salvare se stesso, mettendosi interiormente a distanza. Era anche un poeta, e i suoi versi furono messi in musica da Ullmann. Quando Ullmann fu mandato ad Auschwitz, Adler salvò le sue composizioni e i suoi scritti, che ora sono una parte della Fondazione Sacher di Basilea. Ma era interessato soprattutto ai giovani come Gideon Klein e Zigmund Schul, che ebbero il loro breve sviluppo musicale solo a Theresienstadt. HEYDRICH fu assassinato a Lidice, vicino a Terezin, e dovette patire la vendetta nazista prima che il creatore di Brundibar, Hans KRASA e Viktor ULLMAMNN arrivassero a Terezin. Erwin SCHULOFF morì nell'agostro del 1942 in Baviera, ma restò presente a Terezin nella sua Biblioteca con i suoi pezzi per pianoforte. La pianista Edith KRAUS e Hans KRASA arrivarono quasi insieme. Hans Krasa, il compositore di Brundibar, allievo di ZEMLINSKY, studiò successivamente a Parigi e fu un maestro di invenzione e umorismo alla francese, ma scrisse anche musica corale e melodie jiddish. La pianista Edith Kraus, era allieva di Arthur SCHNABEL. Lei sopravvisse a Viktor Ullmann e divenne la prima interprete delle sue 7 Sonate per pianoforte. Qui lei parla della terribile paura che tutti sentivano a Terezin, l'anticamera di Auschwitz: “CI SARÒ' ANCHE IO NEL PROSSIMO TRASPORTO?” Il famoso Rabbi Leo BAECK arrivò a Terezin all'inizio del 1943. Mezzo anno più tardi capì che Auschwitz era un campo di sterminio. Però preferì non parlarne. Viktor ULLMANN, allievo di SCHÖNBERG, compose moltissimo a Terezin. Come uomo di speculazioni metafisiche, gli piaceva scrivere lui stesso i suoi testi, ma scrisse Lieder anche su testi di H.G. Adler, e musica per il teatro come L'Imperatore di Atlantide, una grande parabola influenzata anche dalla sua esperienza come soldato austriaco sull'Isonzo. Doveva essere allestita a Terezin, ma fu censurata dalle SS. L'Imperatore è stato il pezzo che per primo ha aperto nel 1975 la riscoperta di tutta la MUSICA REANIMATA. Seguì Gideon Kremer con Schulhoff al Festival di Lockenhaus nel 1986. Questa meravigliosa produzione musicale andò perduta per molti motivi. Mancarono eredi che se ne prendessero cura dopo che i compositori erano stati gassati insieme ai loro figli. Terezin ha ispirato Ullmann a rendere onore a Giovanna D'Arco. Ma gli fu concesso solo il tempo di scrivere il libretto. La ricercatrice Linda Peschel ha sottolineato che il palcoscenico era così apprezzato dai cantanti, dagli strumentisti e dagli attori ma anche dal pubblico, perchè era era un rimedio contro la generale sensazione di essere indifesi. La possibilità di recitare e di allestire l'azione sulla scena portando il ghetto sulla scena significava indirizzarla a seguire i LORO ruoli. Oltre Erwin Schulhoff, Viktor ULLMANN, un allievo di Schönberg, ma più vicino ad Alban Berg e a Skrijabin, fu il secondo grande artista carismatico, riscoperto solo negli anni 70 e 80. Assimilato al background ebraico, egli era di origine cattolica, poi divenne protestante, ma la sua ricerca spirituale rimase aperta fino alla decisione per l'Antroposofia di Rudolf STEINER al seguito di Alois HABA, famoso compositore microtonale e al centro di una grande scuola di composizione a Praga. Dopo la morte di Steiner, il suo successore fu Albert STEFFEN. Insieme a lui, Ullmann scrisse un'opera nel 1935. Una volta a Terezin, scrisse il suo terzo quartetto d'archi e ricordò la poetica di Steffen scrivendo due canzoni su testi di Georg TRAKL, con accompagnamento di archi. In parallelo ai Lieder della Consolazione (Trostung), Herbst (Autunno) contiene un testo riccamente descrittivo e alterna il "motivo delle foglie che cadono" e il "motivo dell'autunno" tra violino e viola. L'autunno può essere interpretato come l'inizio della morte e del decadimento, ma l'autunno significa anche abbondanza. Il testo poetico riflette sulla vita intera, sia il buono che il cattivo della vita. Si focalizza sul ciclo della vita, separazione, declino, morte - questi concetti erano tutti reali per Ullmann, soprattuto a Theresienstadt. Trakl, austriaco, è uno dei maggiori poeti di lingua tedesca nella poetica dell'espressionismo. La sua poetica ha un flusso onirico, e una forte preoccupazione per la violenza e la morte. Trakl aveva studiato da farmacista ma, pur conoscendo sostanze e medicamenti, morì per overdose di droga. Questa poesia fu definita - forse per la sua malinconia - "una delle liriche più tranquille di Trakl, con il solo riferimento al bosco silenzioso come compagno del solitario". La poesia consolatoria di Steffen parla del morto e della morte - un sonno trasfigurato. Il misticismo cristiano si riferisce direttamente alla filosofia antroposofica nelle idee degli angeli, del cielo, e infine dell'albero di Natale. Ullmann ha scritto a Terezin le sue ultime 3 Sonate per pianoforte e L'Imperatore di Atlantide; di se stesso scrisse:“Ho scritto un bel po' di musica nuova a Theresienstadt, sottolineo che nel mio lavoro musicale sono stato sostenuto da Theresienstadt e non inibito, che non ci siamo solo lamentati dei fiumi di Babilonia e che la nostra volontà culturale si adatta alla nostra volontà di vivere ". Ullmann scrisse 26 recensioni dei concerti a Terezin e ci ha dato un rendiconto molto importante dell'attività musicale nel ghetto. Era il responsabile per lo STUDIO PER LA NUOVA MUSICA dove suonò musiche di Zykmund Schul e Gideon Klein. Zykmund SCHUL morì nel 1943. Dopo Hindemith e Haba, il duo ultimo insegnante fu Viktor Ullmann Schul era un malinconico che avrebbe potuto avere affinità con lo speculativo Ullmann. A Schul interessava la mistica ebraica, diede alla sua musica dei programmi a chiave cabalistica e religiosa e fu del tutto incapace di adattarsi alla vita che si doveva fare a Terezin. Non fu in grado di sviluppare una resistenza interiore, come riuscì invece a H.G. Adler diventando una sorta di cronista chirurgico di Terezin. Zykmund perse peso e sviluppò problemi psichici, e morì di tubercolosi. Allievo di Hindemith, amava il contrappunto, ma spesso con stile duro, spietato... senza armonia. Anche poeta, Schul espresse poeticamente il suo carattere, morboso e combattuto dai rimorsi. Dei Gesänge an Gott/Canti a Dio Schul scrisse parole e musica G. Adler considerava la sua musica dolorosa e fredda, e per queste caratteristiche quella che più delle altre poteva essere identificata come la "Musica di Terezin". Quando Schul morì a Terezin, Ullmann scrisse che - come Alban Berg - fu capace di costruzioni musicali perfette. Schul gliele aveva mostrate "in statu nascendi" e adorava Ullmann per la sua difesa dell'espressionismo. Ullmann scrisse una Ode in versi - al cospetto della bara di Schul. La sua Sonata per pianoforte, la sua Sonata per flauto, le sua Variazioni su una melodia ebraica - tutto questo fu l'eredità lasciata da Adler prima della deportazione ad Auschwitz - tutto il resto è andato perduto. Tra le ultime composizioni di Ullmann troviamo anche Tre pezzi ebraici per coro di bambini dedicati a suo figlio Max. I testi sono presi dal canzoniere dei Maccabei per la gioventù sionista, con una chiara speranza per la futura vita di Max in Israele. La speranza di Ullmann fu vana: con il trasporto del 16 ottobre 1944 le SS mostrarono la loro crudeltà nei loro confronti: Viktor Ullmann e la sua famiglia, Hans Krasa, Pavel Haas furono mandati ad Auschwitz e direttamente nelle camere a gas come il direttore d'orchestra Karel Ancerl potè confermare. Fu un trasporto di 1500 persone, e solo 117 sopravvissero. Gideon Klein fu ucciso quando Auschwitz fu evacuata. Vogliamo ricordare MUSICA REANIMATA, fondata a Berlino nel 1990, che ha fatto un grande lavoro di riscoperta di compositori quasi dimenticati e della loro musica meravigliosa. E vogliamo ricordare l'Istituto che si trova a Barletta e guidato da Francesco Lotoro, che si è molto impegnato in questo campo di ricerca ancora aperto. Benno Schnatz e Alessandro Tenaglia
INTRODUZIONE
1 - KING ALBERT'S BOOK, DEBUSSY E ...
Gli amici più vicini di Lenny (Leonard), tutti omo e bisessuali, e i suoi consulenti artistici (Aaron COPLAND, Virgil THOMSON, Paul BOWLES, Marc BLITZSTEIN...) erano stati tutti allievi di Nadia BOULANGER in Francia.
I hate Music ! era stato il grido di una sua amica - con le mani sulle orecchie - che condivideva con lui l'appartamento, perché Lenny aveva preso a lezione dozzine di cantanti d'opera, e aveva improvvisato e suonato troppo con loro. Ha a che fare con le curiosità infantili e con i segreti, come può accadere esplorando la parola "musica" e le esperienze ad essa associate. La n.5, in cui si ripete varie volte "I'm a person too, like you!" (sono una persona anch'io, come te!) mostra da una parte il diritto alla curiosità di una ragazzina, ma anche diventa un grido contro la discriminazione: Bernstein era un ebreo, un omosessuale, un artista, cioè apparteneva, allo stesso momento, a ben tre categorie sociali al limite. Ripetere questa frase varie volte, con un evidente impatto emotivo dopo tanto turbinare nel gioco, afferma, con la forza della sincerità innocente, che tutti, proprio tutti hanno diritto ad un posto nel mondo (come l'Angelo che canta in West Side Story: “there's a place for us, a time and place for us...”/c'è un posto per noi, ci deve essere un tempo e un posto per noi).
Non abbiamo più case!
I nemici hanno preso tutto
Fino al nostro lettino!
Hanno bruciato la scuola e anche il nostro insegnante.
Hanno bruciato la chiesa e il signor Gesù Cristo!
E il povero vecchio che non poteva andare!
I nemici hanno preso tutto
Fino al nostro lettino!
Certo! papà è in guerra,
La povera mamma è morta
Prima di vedere tutto.
Cosa faremo?
Natale! piccolo Natale! non andare a casa loro,
Non tornare mai più a casa
Puniscili!
I piccoli belgi, i piccoli serbi,
E anche i piccoli polacchi!
Se ne dimentichiamo qualcuno, perdonaci.
Natale! Natale! soprattutto niente giocattoli,
Cerca di restituirci il nostro pane quotidiano.
I nemici hanno preso tutto
Fino al nostro lettino!
Hanno bruciato la scuola e anche il nostro insegnante.
Hanno bruciato la chiesa e il signor Gesù Cristo!
E il povero vecchio che non poteva andare!
Natale! ascoltaci, non abbiamo più zoccoli:
Ma dai la vittoria ai bambini di Francia!
testo & musica
Il suo ultimo capolavoro restano le Tre Canzoni su versi di Mallarmé, scritte nell'anno della Sagra della Primavera di Strawinsky, molto moderne, e non solo per quel tempo:
la seconda - Placet futile - è concentrata in una tessitura centrale e fissata su un ostinato senza modulazioni
la terza - Éventail - è, horribile dictu per certa società parigina, del tutto atonale e molto vicina a Schoenberg e alla sua scuola.
Ainsi q’un rire enseveli
Se couler du coin de ta bouche
Au fond de l’unanime pli?
Come un riso seppellito
Che cola dall’angolo della tua bocca
Al fondo dell’unanime piega?
2 - GUERRA E LETTERATURA, ARTISTI SOLDATI, VITTIME
▪ Non arrendetevi! / Bagno a Ripoli: Passigli (69p), 2014 | ISBN: 978-88-368-1461-99
▪ Esigete! - un disarmo nucleare totale / con la collaborazione di Albert Jacquard
Roma: Ediesse (102p) 2014 | ISBN: 978-88-230-1843-3
▪ Agli indignati di questa terra! - dalla protesta all'azione
Macerata: Liberilibri (127p) 2013 | ISBN: 978-88-98094-05-9
▪ Non arrendetevi! / con la collaborazione di Lluìs Urìa
Firenze: Passigli (59p), 2013 | ISBN: 978-88-368-1399-5
▪ Indignatevi! / Torino: Add (61p), 2011 | ISBN: 978-88-96873-25-0
3 - LA VICENDA DI PAUL WITTGENSTEIN
Paul WITTGENSTEIN (Vienna 1887 — New York 1961) e Ludwig WITTGENSTEIN, suo fratello e futuro filosofo di due anni più giovane, erano i soli sopravvissuti dei 5 figli dell'imprenditore industriale Karl WITTGENSTEIN, il patriarca dell’omonimo palazzo sull'attuale Argentinierstraße di Vienna. Dopo i suicidi dei suoi altri figli, Karl, noto in Austria come „il Re del ferro“, fu più motivato a permettere ai due figli più giovani di seguire la propria inclinazione intellettuale ed artistica: Ludwig verso la matematica e la filosofia, Paul verso la musica (debuttò come pianista nel 1913, nello stesso anno della morte di suo padre). Nell'agosto 1914 Paul partì soldato. Nello stesso mese una pallottola nel suo gomito destro pose fine alla sua carriera militare e insieme, sembrava, anche a quella pianistica quando aveva solo 27 anni. Il suo braccio dovette essere amputato in un lazzaretto russo prima che fosse deportato in Siberia come prigioniero di guerra.
Solo nel 1931 Sergej Prokov’ev rivelò a Paul la sua stessa verità, quando gli scrisse: „Tu sei un musicista del XIX° secolo, io invece ne sono uno del XX°“ mandandogli il manoscritto del suo Concerto N.4 in Si bemolle per Mano Sinistra: „Non giudicare la parte pianistica troppo odiosamente; se in certi momenti sembra essere indigeribile ad un primo approccio, non spingerti a pronunciare giudizi, ma aspetta un po'“.
4 - IN FLANDERS FIELDS. AMICIZIE AMORI NEVROSI DI GUERRA. DESIDERIO DI PACE
che celebrò il famoso poeta inglese Rupert BROOKE (1887-1915), morto per un’ infezione mentre era in servizio navale in Grecia.Ivor GURNEY (1890-1937) sopravvisse a ferite gravissime. Poeta (Severn and Somme, 1917, e War's Embers, 1919) e compositore di oltre 300 canzoni, subì un attacco di gas e ne uscì con una pesante nevrosi di guerra, che nel 1922 fu infine diagnosticata come schizofrenia permanente e che per 15 anni lo ridusse internato in un ospedale psichiatrico.
Conoscevo un soldato, un ragazzo di campagna
che sorrideva alla vita di una gioia vana,
dormiva profondamente tutto solo nella notte
e si svegliava al canto del gallo, fischiettando.
Nelle trincee d’inverno, atterrito e depresso
In condizioni sempre peggiori con i pidocchi e neanche una goccia di rum,
Si sparò un colpo in testa.
Nessuno parlò più di lui.
***
Voi, gente che ve ne state al calduccio,
Voi che gridate urrà quando il soldato passa in parata,
Chiudetevi in casa [vergognatevi] e pregate di non conoscere mai
L’inferno dove finiscono la gioventù e l’allegria.
ll 3 maggio 1915 il Tenente John McCRAE (1872-1918), 42enne, medico-chirurgo, poeta e scrittore canadese, scrisse una bella poesia per il suo allievo e amico Alexis Helmer, tenente canadese ventiduenne, caduto in battaglia: In Flanders Fields, che pone il fragile papavero come fiore-simbolo di questa guerra.SUI CAMPI DELLE FIANDRE (3 maggio 1915)
Sui campi delle Fiandre spuntano i papaveri
tra le croci, fila dopo fila,
che ci segnano il posto; e nel cielo
le allodole, cantando ancora con coraggio,
volano appena udite tra i cannoni, sotto.
Noi siamo i Morti. Pochi giorni fa
eravamo vivi, sentivamo l'alba, vedevamo
risplendere il tramonto, amanti e amati.
Ma adesso giacciamo sui campi delle Fiandre.
Riprendete voi la lotta col nemico:
a voi passiamo la torcia, con le nostre
mani cadenti, e sian le vostre a tenerla alta.
e se non ci ricorderete, noi che moriamo,
non dormiremo anche se i papaveri
cresceranno sui campi di Fiandra.
In Flanders fields the poppies blow
Between the crosses, row on row,
That mark our place; and in the sky
The larks, still bravely singing, fly
Scarce heard amid the guns below.
We are the dead. Short days ago
We lived, felt dawn, saw sunset glow,
Loved, and were loved, and now we lie
In Flanders fields.
Take up our quarrel with the foe:
To you from failing hands we throw
The torch; be yours to hold it high.
If ye break faith with us who die
We shall not sleep, though poppies grow
In Flanders fields
La cosa più importante per ognuno di noi, guardando al passato, alla PRIMA e alla SECONDA GUERRA MONDIALE e a tutte le altre guerre, fino ad oggi, è LA PACE. Per digerire gli effetti di questi cinque anni dal 1914 al 1918 ce ne sono voluti altri venti, fino al 1938. Appena dopo, Hitler e i nazisti iniziarono la guerra successiva - per l'Italia e la Germania le ferite del fascismo e della dittatura ancora oggi devono essere elaborate. Solo gli scrittori, gli artisti e i compositori come Ignazio SILONE, Bertolt BRECHT, Kurt WEILL, Paul DESSAU e Hanns EISLER (che è stato un soldato egli stesso) e ancora Edward Morgan FORSTER e Christopher ISHERWOOD e pochi altri furono in grado di insegnarci perché la guerra deve essere considerata un anacronismo permanente e perché una partita di pallone tra i soldati di due eserciti avversi, che a Natale uscirono dalle trincee e si riconobbero non più come nemici, ma come simili, con l’unico desiderio di trascorrere un Natale normale, sarà sempre la soluzione migliore.
c'erano vincitori e vinti.
Tra i vinti la gente tutto intorno aveva fame
Tra i vincitori anche aveva fame la gente tutto intorno.
...
Eisler, Contro la guerra (1936) (nel 1941 modificato in: Prima della guerra)
Inoltre: "La Musique pendant la guerre", Rivista musicale mensile, uscita negli anni 1915-1917 con 13 numeri racconta della sua morte.
Un compositore manca nei nostri programmi, ma voglio ricordarlo perchè è stato il primo ad attaccare i tedeschi, in un modo per lui esiziale ma ancora più tangibile di quanto fece Debussy. Albéric MAGNARD (1865 - 3 September 1914 Baron/Oise) merita un ricordo speciale per il suo coraggio, pagato con la vita.Allievo di Vincent D'INDY, compose quattro bellissime Sinfonie, le opere Guercœur (1900) e Bérénice (1909), due capolavori del wagnerismo, e un Inno alla Giustizia (1902) a sostegno del capitano Dreyfus. Nel 1914, Magnard mandò la moglie e le due figlie in una località sicura, mentre egli rimase a sorvegliare la sua residenza "Des Fontaines" a Baron. Quando i soldati tedeschi violarono la residenza, egli sparò, uccidendo uno di loro, ma i soldati avversi risposero al fuoco e diedero la residenza alle fiamme. Il suo corpo non fu identificato nei resti dell'incendio, in cui andarono distrutte anche le sue opere non ancora pubblicate.
Reynaldo HAHN (1874-1947), pianista e compositore di origine venezuelana ed ebreo, e’ stato l'amante e l’amico di tutta la vita di Marcel PROUST; questo status gli offrì grande protezione, ma ingenerò in tanti anche molta invidia. Mentre era al fronte scrisse un ciclo di canzoni su testi di Robert Louis STEVENSON (1850-1894), uno scozzese vittoriano, celebre romanziere (L’isola del tesoro, Lo strano caso del Dott. Jekyll e Mr. Hyde)), poeta e viaggiatore, di cui Borges dice: “Fin dall'infanzia, Robert Louis Stevenson è stato per me una delle forme della felicità” . Bellissime le sue 65 rime infantili del "Giardino dei versi dei bambini" (1885). Fu una forma della felicità anche per Reynaldo Hahn mentre era sul campo di battaglia nel 1915, che musicò le sue Five children Songs, che sono anche un tributo agli alleati britannici, oltre che all'infanzia, alla temerarietà, al sogno e alla felicità.
5 - VIENNA
Figlia del più grande pittore vedutista dell’ottocento e ritrattista della corte viennese Emil Jakob SCHINDLER, educata in casa senza essere mandata a scuola su principi goethiani di spontaneità e di apertura alle arti e al bello e seguendo il padre nei suoi viaggi artistici, importantissimo quello in Grecia, di cui parla nella sua autobiografia.
Il meraviglioso Adagietto dalla Va Sinfonia di Gustav MAHLER è noto a molti anche per la sua presenza evocativa e sensibilissima nel grande film di Luchino VISCONTI (1906-76) Morte a Venezia. Difficile tradurre il denso sinfonismo di Mahler in una versione per violino e pianoforte. Ne viene fuori un Lied senza parole di grande assonanza con quelli di Strauss.
Vissuto prima a Vienna e poi a Berlino (come Direttore della Musikhochschule, fino a quando ne fu cacciato dai nazisti nel 1933), membro di una famiglia di ebrei convertiti al cattolicesimo, concentra la sua attenzione sull'erotizzazione simbolista analoga a quella di Richard Strauss, ma a in opposizione a quest'ultimo. Nei due Lyrische Gesänge su testi del poeta americano Walt WHITMAN (1819-92), di rarissima esecuzione, sembra cercare di aprire le finestre ad un mondo poetico più vitale e primigenio, quasi a testimonianza di una sorta di cupa claustrofobia di fondo in un mondo europeo che canta per decenni la propria fine e che da questo canto non riesce ad uscire.
6 - RUSSIA
7 - COMPOSITORI EBREI ITALIANI
Alberto FRANCHETTI (Torino1860 – Viareggio 1942), http://associazionealbertofranchetti.com, in competizione con PUCCINI e amico di D'ANNUNZIO, la cui opera La Figlia di Jorio è stata rappresentata al Teatro alla Scala di Milano nel 1906 e Leone SINIGAGLIA (1868- 1941), anch'egli dal Piemonte, la cui musica popolare ha spesso introdotto nelle sue opere; fu eletto nel 1936 Accademico di Santa Cecilia, ma, nonostante la carica ufficiale, fu arrestato a causa delle leggi razziali, morendo di spavento al momento dell’arresto. Tra le altre cose, esperto di alpinismo, pubblicò un libro su questo argomento. Franchetti e Sinigaglia erano entrambi piemontesi, e nelle loro opere hanno rielaborato la musica popolare della loro regione, seguendo una certa influenza di Brahms e Dvorăk; al repertorio musicale popolare si rivolsero anche altri musicisti come Gino MÒDONA (Firenze 1871-1952) e Guido Alberto FANO (Padova 1875-1961).
8 - THERESIENSTADT
„Gideon Klein è incontestabilmente un talento davvero notevole; rappresenta l'inconfondibile stile fresco e realistico della nostra nuova gioventù e la sua maturità stilistica è sorprendentemente precoce.“