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Se il Lied tedesco ha le sue radici nella tradizione della riforma luterana e quindi nella tradizione del fare musica in casa cantando e accompagnandosi alla tastiera, diventa forma d'arte ai massimi livelli con il primo romanticismo del viennese e cattolico Franz Schubert (1797-1828), autore di capolavori assoluti del genere (Gretchen am Spinnrade, Erlkönig, i due cicli Die Schöne Müllerin e Die Winterreise). 

Tutta la copiosa opera musicale di Schubert si informa al Lied, e non si può comprendere la peculiarità del suo stile musicale se non si conosce la sua letteratura liederistica. Al Lied si è dedicato costantemente, in modo spontaneo, quasi fosse il suo linguaggio più naturale. Il  giovane Franz, nato e cresciuto in una famiglia della più piccola borghesia che viveva in una sola stanza dove i figli venivano concepiti, nascevano e morivano, fin dalla prima infanzia dunque a contatto immediato coi misteri della vita dell'eros e della morte, ha subito manifestato doti speciali per la musica grazie alle quali si guadagnò  la borsa di studio per il Collegio Reale dove trovò il nucleo di quel gruppo di amici che gli resteranno sempre vicino costituendoi il suo pubblico di elezione, perché in lui riconoscevano l'amico geniale. Più tardi Schubert incontra il bell'attore e poeta Franz von Schober, di cui subisce il fascino oscuro e libertino, e che segna la sua vita emotiva ed artistica. Ancora adolescente, Franz scrive due capolavori assoluti del Lied:  Erlkönig (in proposito non si può non citare il grande romanzo di Fournier, Il Re degli Ontani) e  Gretchen am Spinnrade, oltre che molti altri Lieder sempre su testi di Goethe. Con il poeta popolare Müller però troverà poi i versi perfetti che gli lascino, nella loro semplicità, tutto lo spazio per lo sprofondamento poetico della sua musica, scrivendo  i due cicli Die Schöne Müllerin e Die Winterreise, pietre miliari imprescindibili. A Goethe continuerà comunque ad affidarsi fino ai suoi ultimi giorni, in particolare con i Lieder dedicati a Mignon, e anche ad un altro grande poeta, Heine, sui cui versi scrisse 6 Lieder di rara potenza proprio negli ultimi mesi di vita (Der Doppelgänger, Die Stadt,...) raccolti nel terzo ciclo, collazionato dal suo editore, Schwanwengesang.

Dopo Schubert, Robert Schumann (1810-1856) nella generazione successiva, quella propriamente romantica, dedica al Lied un'attenzione specifica. La produzione musicale schumanniana va a periodi: nei primi anni di attività il Compositore si dedica al pianoforte, e crea i grandi capolavori che tutti conosciamo, Papillons, Carnaval, Studi Sinfonici, Kreisleriana... Innamoratosi della giovane Clara e arrivati alle nozze affrontando una drammatica rottura con il padre di Clara, il severo e famoso M.° Wieck, nel primo anno di matrimonio (1840) Robert si dedica solo al Lied, e ne scrive 120, tutti dedicati a Clara, tra cui dei cicli che restano come capolavori assoluti: Myrten op. 25 su testi di vari poeti, Frauenliebe und -leben op. 42 su versi di Chamisso, Eichendorff Liederkreis op. 39, Dichterliebe op. 48 su versi di Heine.

Robert Clara Schumann

Nei Lieder di Schumann troviamo la vera essenza del romanticismo tedesco: lo iato tra la natura e il sentimento profondo del poeta viene spesso reso con la dialettica tra scrittura pianistica  e scrittura vocale, che dipingono emozioni diverse e anche contrastanti nello stesso attimo, con un uso dell'armonia e del contrappunto che si svincolano dai percorsi classici, un uso della ritmica prosodica interpretata nel fraseggio e nella piega melodica del canto che sottolinea e illumina parole, a volte fonemi, di speciale intensità semantica, e al pianoforte Schumann affida degli epiloghi estremamente densi e poetici, che fanno della musica davvero quel linguaggio romantico che arriva a superare la poesia stessa, pur tanto profondamente vissuta e trasfigurata nel canto.

Dopo aver parlato di Robert e Clara Schumann, anche in riferimento al Lied non possiamo non parlare di Johannes BRAHMS (1833-97). Al romanzo familiare ed artistico di questi grandi musicisti dedichiamo dei testi specificici cui rimandiamo.

Brahms

 

Qui mi preme dire che Brahms era un musicista avido di letteratura: divoratore di libri, si racconta che, arrivato a Vienna da giovane di belle speranze che si guadagnava da vivere suonando walzer nei caffè, sul leggio al posto degli spartiti, di cui non aveva bisogno, avesse romanzi che leggeva mentre suonava questa semplice musica d'uso in modo automatico. Grande amante della poesia, aveva una ricca biblioteca privata, e annotava e copiava spesso sui suoi taccuini i passi che più lo colpivano. Brahms si è costantemente dedicato alla letteratura vocale, mai all'opera lirica, lavorando a lungo in tutta la sua vita come direttore di società corali, cui si rivolgeva anche scrivendo molte pagine per coro. Il suo meraviglioso Deutsches Requiem nasce da questa dedizione radicata alla voce e alla coralità. Ugualmente per tutta la vita ha scritto Lieder, che costituiscono nel loro insieme un vero e proprio diario poetico-musicale privato, che può offrirci chiavi speciali per aprire le porte della comprensione delle sue opere strumentali, oltre che infiniti momenti di autentica gioia emotiva.

Con Richard WAGNER (1813-1883) siamo ad una nuova svolta epocale. Anche in questo caso, come per Schubert e Schumann, la biografia svolge un ruolo importante. Richard Wagner ripara a Zurigo dopo aver partecipato ai moti insurrezionali del 1848 ospite di Otto Wesendonck, e si innamora, ricambiato, di sua moglie Mathilde. Anni dopo, nel 1857-58, mette in musica 5 poesie della sua amante (o semplice musa ispiratrice: come accade anche riguardo a Clara Schumann e Johannes Brahms, non lo sapremo mai), due dei quali (n.3, Im Treibhaus; n. 5, Träume) Wagner stesso considera degli studi per il Tristan und  Isolde: questi Lieder sono il laboratorio di tutte le rivoluzioni musicali ed estetiche wagneriane.

Gedichte Wesendonck Wagner

In Träume troviamo un abbozzo del duetto del secondo atto, in  Im Treibhaus temi poi utilizzati nel preludio del terzo atto, e, soprattutto, quello stile enarmonico che proprio dal Tristano apre le porte alla dissoluzione della tonalità e alla grande avventura del dissolvimento, con resistenze e momenti rivoluzionari e ritorni all'ordine, del linguaggio tonale moderno e contemporaneo. Naturalmente, passione erotica e sublimazione della stessa nel dissolvimento estatico carnale-spirituale sono il motore interno e ineludibile dell'evoluzione del linguaggio musicale in questi Wesendonck Lieder come nel Tristano e Isotta. La filosofia di Nietzsche, certamente, è per Wagner un polo d'orientamento, ma ineludibile la passione erotica, di peso almeno paritetico se non superiore.

Dissolvenza...come in Effetto notte di Truffaut...la Nouvelle Vague svela radici inaspettate...

Con Richard STRAUSS (1864-1949) siamo al canto del cigno del Lied romantico: nei 4 Letzte Lieder, (1946-48) siamo di fronte ad un artista che ha conquistato l'Europa con la sua scandalosa Salome nel 1905, che ha attraversato la fine di un mondo con la guerra mondiale 1914-18, e la fine di un secondo mondo con la seconda guerra mondiale 1939-45, che non ha mai voluto accettare le rivoluzioni atonali né quelle dodecafoniche, rimanendo ancorato al linguaggio wagneriano della modulazione continua, pur affrontando senza timidezze né remore il percorso della navigazione in nuovi oceani (come nell'opera Elektra, dove la ricerca musicale rompe drasticamente gli argini del linguaggio riconosciuto e osa l'incomprensibilità, o come più tardi in Metamorphosen per 23 strumenti ad arco) ma non inconsapevole del suo proprio ruolo antistorico, come peraltro è così struggentemente rappresentato nel personaggio della Marescialla del Rosenkavalier, la sua opera più rappresentativa insieme a Salome. Una donna ancora bella ma non più giovane, ricca e potente, che insegue l'amore, lo padroneggia, però sa bene che esso non abita più da lei, ma nel suo giovane amante Oskar (ruolo en travesti che prende il mozartiano Cherubino a modello) e nella sua giovane innamorata Sophie; con la sua esperienza di vita la Marescialla conduce Oskar e Sophie dove è naturale che l'amore li porti, rinunciando al suo piacere personale, rinunciando all'ultima illusione d'amore, continuando a ballare i suoi infiniti valzer sull'orlo della fine. Il linguaggio tardoromantico è per Strauss ancora la sola strada possibile per continuare ad essere, e nei 4 Letzte Lieder, (1946-48) che noi abbiamo presentato nei nostri concerti a quel linguaggio resta ancorato prima della sua personale fine, ormai vecchio, testimone di tutti i protagonismi e di tutti i fallimenti peggiori della storia.

Per tutta la vita Richard Strauss ha scritto musica sinfonica e opere liriche, e intanto scriveva Lieder, una sorta di diario poetico annotato con fedeltà, e allo stesso tempo un taccuino dove appuntare spunti e suggestioni sperimentali, i cui frutti poi rifluiranno nelle composizioni di più ampie proporzioni. Ma non l'avevamo detto anche di Brahms? Tanto diversi, Brahms e Strauss, e tanto simili...

Dopo Wagner, il Lied diventa sinfonico, non vuole restare nell'intimità del duo voce e pianoforte, anche se resta la tradizione e l'abitudine, con il consenso die Compositori, di eseguire queste pagine anche cameristicamente. 

In mezzo a Wagner e Strauss, due figure speciali: Gustav MAHLER  (1860-1911), grande direttore d'orchestra che d'estate a Dobbiaco scriveva le sue gigantesche sinfonie, e che all'espansione del linguaggio romantico postwagneriano aggiunge la nota del grottesco, grazie alla quale sarà preso come padre ispiratore di tanta musica post-romantica e inauguratore delle poetiche espressioniste.

Gustav Mahler

Mahler e Strauss furono amici e concorrenti per tutta la vita: il primo era riconosciuto come un grande direttore d'orchestra ma ambiva a farsi apprezzare ugualmente come compositore, non sempre riuscendoci; il secondo era osannato come compositore ma non come direttore d'orchestra. Entrambi famosi e protagonisti della vita musicale, si supportarono a vicenda e si stimarono sempre, tenendo in grandissimo conto le opinioni reciproche.  

L'altra figura è quella di Franz SCHREKER (1878-1934), vissuto tra Vienna e Berlino (Direttore della Musikhochschule fino a quando ne fu cacciato dai nazisti nel 1933), di famiglia di ebrei convertiti al cattolicesimo, Schrekerche concentra la sua attenzione sull'erotizzazione simbolista del tipo di quella della Salome di Richard Strauss ma a quest'ultimo in opposizione, anche perché Strauss rappresentò la figura del musicista accademico ufficiale (fu Presidente della Reichsmusikkammer). Nei nostri concerti abbiamo presentato dei Lieder di Schreker su testi del poeta americano Walt Whitman, di rarissima esecuzione, dove il musicista sembra cercare di aprire le finestre ad un mondo poetico più vitale e primigenio, quasi a testimonianza di una sorta di cupa claustrofobia di fondo di un mondo europeo che canta per decenni la propria fine e che da questo canto infinito ed estenuato non riesce ad uscire.     

Alessandro Tenaglia